Astrofotografia notturna di Giove e Saturno

Fotografia notturna durante una notte d’estate, protagonisti Giove e Saturno

Se siete appassionati di astrofotografia o anche solo di fotografia notturna, probabilmente avrete notato che in questi giorni il cielo ha visto una presenza abbastanza evidente dei corpi celesti di Giove e Saturno, estremamente visibili anche a occhio nudo.

Fotografare gli astri in notturna è sicuramente una sfida che mette duramente alla prova il nostro equipaggiamento, prima ancora che il nostro sistema nervoso. Di notte è tutto buio, e questo rende difficile ottenere una buona esposizione, ma questo non è l’unico problema.

L’inquinamento luminoso delle città in cui viviamo rende molto difficile l’astrofotografia, dato che la luce artificiale tende a oscurare la luce fioca proveniente dal cielo. Non solo, ma le luci tendono a riflettersi contro nuvole, nebbia e smog, aumentando le possibilità di avere foto poco nitide e con macchie chiare nel cielo.

Vi mostriamo subito una delle foto di Sharon Gallo, scattate con Nikon D7000 e 17-55mm. Ovviamente con treppiede. In seguito analizziamo come sono state scattate le foto.

Come si scattano le foto notturne delle stelle?

Analizziamo insieme la scena che abbiamo di fronte e cerchiamo di capire come poterla fotografare al meglio con l’equipaggiamento che abbiamo in dotazione. Ovviamente la pianificazione risulta fondamentale, per non ritrovarsi al momento buono con una dotazione sbagliata.

1. usare un treppiede

Per scattare una buona foto notturna infatti è necessario utilizzare treppiede e comando remoto, per poter utilizzare una posa lunga senza introdurre movimento nella foto. Se normalmente è possibile compensare l’esposizione, infatti, di notte la luce è così poca che ci costringe sia ad alzare gli ISO e la sensibilità del sensore, sia ad aumentare il tempo di posa, al fine di ottenere l’esposizione corretta.

2. la messa a fuoco

Sembra una banalità, ma non è facile mettere a fuoco qualcosa di piccolo e infinitamente lontano come le stelle, oltretutto dovremo lavorare prevalentemente al buio. Il viewfinder della camera potrebbe essere di qualche aiuto, ma spesso risulterà inutilizzabile e restituirà una immagine quasi completamente nera.

In questi casi spesso l’unica soluzione è quella di andare per tentativi, cercando di indovinare una distanza di messa a fuoco e poi regolandosi esaminando le foto scattate in camera e facendo i dovuti aggiustamenti.

Qualora ci fosse la possibilità, scattare da remoto con connessione al computer facilita molto queste operazioni.

3. Bilanciare l’esposizione

Di nuovo, sembra facile ma non lo è. Vista la mancanza di luce, saremmo portati a impostare fin da subito un tempo di 30 secondi, vero?

Purtroppo un tempo così lungo non va bene in astrofotografia, perché sui 30 secondi si comincia a vedere il movimento delle stelle, che non sono più quindi dei puntini, ma cominciano a essere degli ovali.

Il tempo massimo consigliato quando si fotografano le stelle è di 15 secondi, entro i quali il movimento della rotazione terrestre non dovrebbe essere visibile.

Partendo da 15 secondi di tempo dobbiamo quindi impostare il diaframma e gli ISO. Le lenti veloci, dotate di grande apertura, sono indispensabili in questo genere fotografico, e in particolare si stima che per ottenere immagini decenti sia necessario scattare almeno a f/2.8, se non a f/1.4. Anche per questo la messa a fuoco risulta cruciale, perché con aperture simili la profondità di campo sarà per forza di cose ridotta – e diventa indispensabile in certi casi la tecnica del focus stacking per avere un fotogramma completamente nitido e a fuoco.

Avendo impostato l’apertura massima possibile (quindi f/2.8 o f/1.4) andiamo a compensare opportunamente con gli ISO affinché l’esposizione sia corretta – di solito si lavora da ISO 800 a 3200, purtroppo spesso le condizioni del cielo obbligano anche a salire ulteriormente.

Come possiamo vedere in queste immagini, la quantità di rumore è comunque molto alta. Per realizzare astrofotografia vengono normalmente impiegate fotocamere full frame, che hanno notoriamente una migliore capacità di lettura della scena, una gamma dinamica aumentata e una migliore performance a ISO elevati.

Inoltre risultano indispensabili le lenti prime con grandi aperture, come potrebbe essere il 14mm f/2.8L o il 35mm f/1.4. Le lenti a focale fissa dotate di grande apertura regalano sempre una maggiore nitidezza e consentono di lavorare in scarsa luce, tuttavia il prezzo da pagare è alto… nel senso che queste lenti costano parecchio!

Sei appassionato di astrofotografia?

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