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Cose da sapere quando si richiede la progettazione di un logo

Consulenza: cose da sapere quando si richiede la progettazione di un logo

Hai commissionato un logo per la tua attività? Ecco un elenco delle cose che devi sapere prima di rivolgerti a un graphic designer

Post insolito questo, perché non si rivolge né a graphic designer né a fotografi o addetti ai lavori dell’ambito visual, bensì a chiunque voglia usufruire dei loro servigi per farsi realizzare un logo, o in generale un progetto che richieda l’impiego di grafiche vector.

Specifico che queste cose sono da tenere a mente prima di rivolgersi a un graphic designer, perché possono condizionare la scelta del professionista di cui ci si avvale e rendere i passaggi successivi molto meno travagliati.

Specifico anche che i miei toni sono abbastanza accesi in certi passaggi, ricordatevi che questo articolo serve a farvi capire come approcciare un graphic designer, non a farvi sentire stupidi, ma per darvi questo tipo di input devo obbligatoriamente raccontarvi dove altri prima di voi sono scivolati rovinosamente.


Le 10 cose da sapere prima di richiedere un logo

  1. Il nostro logo è importante: affidiamoci a un professionista, non a un parente

    L’affermazione è logica, ma le conseguenze spesso lo sono meno. Siamo a capo di un’azienda, grande o piccola che sia, e difficilmente lasciamo prendere decisioni importanti sui bilanci alla nostra nipotina sedicenne, per quanto a scuola abbia preso un 9 in matematica, dico bene?

    E allora allo stesso modo non affidiamo a lei l’immagine coordinata della nostra azienda. Non perché sia stupida, ma semplicemente perché senza un percorso di studi e la necessaria esperienza, non è in grado di partorire un risultato adeguato al suo scopo. Sì perché, vi sembrerà assurdo, ma si studia anni per diventare designer, non è sufficiente avere la passione per le tempere.

  2. Un designer non è un veggente: diciamogli che cosa vogliamo

    Per quanto sarebbe bellissimo credere il contrario, e noi designer stessi daremmo un occhio della testa per avere la capacità di leggere la mente del nostro cliente, purtroppo no, non sappiamo farlo.

    Quando si richiede un lavoro da parte di un designer, è importante comunicargli il risultato che ci aspettiamo ed essere molto chiari su budget, tempistiche e caratteristiche che deve avere il lavoro finale. In questo modo evitiamo situazioni spiacevoli come incomprensioni, ritardi e inutile accumulo di bozze.

    In generale, non aspettiamoci che il designer ci stupisca con effetti speciali senza dargli alcuna indicazione; può succedere ovviamente, ma è più un caso, e nel nostro business lasciamo al caso meno cose possibile, non siete d’accordo?

  3. Un designer non è un ladro: se la cifra che chiede ci sembra alta, semplicemente è abituato a lavorare con aziende più grosse della nostra

    Purtroppo devo ritrattare parzialmente… Esiste anche chi se ne approfitta, ma sono pochi, e se ci pensate è logico che sia così: un designer vive principalmente di passaparola, se si fa la nomea di essere un ladro, a lungo andare non fa una bella fine. C’è di positivo che se la cifra non vi piace, basta dire di no.

    Nella quasi totalità dei casi, però, la cifra è pienamente giustificata, e vi spiego il perché.

    Quanto ci mette secondo voi un designer a progettare il vostro logo? Magari ci mette 10 minuti, e in quel caso è un mostro, oppure ci mette veramente i 15 giorni che vi ha messo in preventivo. Ma noi qui non stiamo giudicando solo il tempo che ci mette, stiamo giudicando l’efficacia e il valore del suo lavoro. Se il logo che ha progettato risulta efficace e azzeccato, sarà stato un buon investimento.

    Insomma, se ci mette 15 giorni è perché studia i competitor, il mercato, la psicologia dei colori, delle forme, la gestalt, si informa e si documenta, chiede consigli ai suoi maestri e ai colleghi, pensa, ripensa, riprogetta. Se ci mette 15 giorni bisogna pagarlo per il suo sforzo. E se ci mette 10 minuti? Be, se ci mette 10 minuti ad arrivare allo stesso risultato, il suo lavoro vale altrettanto, perché lo consegnerà a tempo record.

    A fare un logo ci si mettono da 10 minuti a 15 giorni… Più il tempo che è servito per studiare il design. Un designer con più esperienza ci mette di meno, ma vista la sua esperienza appunto, lavorerà per aziende più grosse che lo pagano per la sua rapidità, e pretenderà quindi parcelle più alte.

  4. Se il risultato finale non vi piace, sappiate che la colpa è soprattutto vostra

    Non è per attaccare briga, ma è un dato di fatto. Un designer è un professionista dell’immagine, ma in quanto essere umano, ha anche una sua personalità e, se è bravo, uno stile. Viene pagato per avere uno stile, se ogni logo che progettasse fosse semplicemente un cerchio con dentro l’iniziale del nome dell’azienda, sarebbe allo stesso livello di una nipotina di 16 anni che gioca con Illustrator.

    Ne risulta che la scelta del professionista deve essere oculata da parte di chi commissiona il lavoro, perché se è vero che un professionista è flessibile e viene incontro al cliente, è anche vero che se commissionate un logo per un marchio di vestiti da sposa a un grafico che normalmente si occupa di band death metal, forse non avete studiato attentamente il suo portfolio. E fin qui vi può anche andare bene, perché magari è bravo e se la cava lo stesso, ma da parte vostra non c’è stato un lavoro di selezione serio del designer in base a quella che è la vostra attività.

    Di nuovo, il designer lascia poco al caso, ma perché il lavoro venga bene, dovete farlo anche voi. È difficile che un designer rifiuti un lavoro perché non è nelle sue corde, perché noi siamo dinamici e amiamo le sfide. Il punto è: volete qualcuno che sia specializzato nel tipo di immagine che volete per la vostra azienda? Allora selezionatelo in base al suo portfolio, e preparatevi a pagarlo in base a questo. Se vi accontentate di chi lo fa gratis, preparatevi a discuterci perché il lavoro non è all’altezza delle vostre aspettative.

  5. Non abbiate fretta con i colori

    Questo non lo si ripete mai abbastanza: il logo si progetta in bianco e nero, punto. Progettarlo già a colori è sbagliato sotto tutti i punti di vista, in primo luogo perché impedisce di essere obiettivi sulle forme. Lo sapevate che alcuni colori, in base alla lunghezza d’onda, fanno apparire un oggetto più grande o più piccolo? Probabilmente no, per questo vi siete rivolti a un designer.

    Progettiamo insieme le forme e poi ci sarà tutto il tempo per pensare ai colori, fidatevi.

  6. Cosa aspettarsi, cosa esigere e cosa è meglio stabilire prima dell’inizio dei lavori

    Ci sono cose che si ha il diritto di chiedere, in quanto committenti di un lavoro. In questa categoria ovviamente troviamo tutti i file utili per applicare il logo ai supporti fisici e digitali della propria attività. Il cliente ha il diritto di chiedere il logo in tutti i formati che sono necessari alla sua attività, per esempio potrebbe richiedere png per il web, pdf in quadricromia per la stampa, eps per le serigrafie e psd per il suo grafico interno.

    È assolutamente lecito chiedere più prove colore, è lecito richiedere dei mock-up con il logo applicato a diverse texture, supporti, biglietti da visita e skin grafiche per la comunicazione social. Questo fa parte del processo di brainstorming per decidere se il logo può essere finalizzato o se necessita dell’ultimo colpo di pialla (digitale ovviamente).

    Più controverso è il discorso legato al file sorgente, che dovrebbe essere pattuito prima dell’inizio dei lavori. Ad ogni modo, se il grafico non vuole consegnare il file sorgente, un PDF con i livelli modificabili è invece tenuto a consegnarlo.

    Il committente ha il diritto di richiedere modifiche al logo, ma anche qui, andrebbe pattuito preventivamente in che misura. La richiesta di un cambio di colore è facilmente esaudibile da un designer, anche in poco tempo, per questo non rappresenta un problema. Se invece si parla di restyling completo, modifica della direzione delle bozze, del font o delle forme quando si arriva a uno stadio avanzato dei lavori, anche qui è meglio stabilire preventivamente quante modifiche è possibile richiedere. Questo semplicemente per essere chiari fin da subito: il designer realizzerà il lavoro in base alle informazioni che ha – di nuovo, in base a quelle che gli avete dato, non in base a quelle che gli avtete taciuto, dandole per sottintese o per vedere se vi sorprendeva con la sua creatività –, per cui si aspetterà che non la prima, magari non la seconda, ma la terza bozza sia quella giusta. Quando si comincia ad arrivare a 10 bozze, torniamo al punto 2, se il problema persiste, torniamo al punto 4.

    Ovviamente qualunque designer sarebbe felicissimo di avere un cliente che richiede continue modifiche al logo, se il cliente pagasse a ore. Il cliente per contro, ovviamente, preferirebbe pagare un obolo una tantum e poi avere il grafico a disposizione per sempre. Ci si trova nel mezzo, dove nessuno è contento, ma in fondo va bene a entrambi.

  7. Cosa deve avere il cliente alla fine del lavoro?

    Ma non ne abbiamo appena parlato? Eh sì, ma lo ripeto prendendola da un’altra angolazione, perché questo per chi non è designer non è facile da capire: quando commissionate un logo, dovete farvi consegnare quel logo. Che non significa il png o il jpg, quello è un formato volatile che va bene solo da mettere sul sito e su LinkedIn. Per essere in possesso della matrice del vostro logo, che avete pagato a caro prezzo, dovete farvi consegnare i file vettoriali. Altrimenti non vi siete fatti dare il logo.

    Faccio questa precisazione perché per me è all’ordine del giorno il cliente che viene da una precedente esperienza e da cui mi sento dire che ha solo il jpg in bassa risoluzione e che pensava fosse sufficiente. Be, non lo è. E questo non perché io sono cattivo, ma perché quel formato non va bene per stampare certe dimensioni e certi supporti. Io posso anche usarlo lo stesso, ma poi viene male, e di chi è la colpa? Mia che non ve l’ho detto subito, ovviamente, perché io devo saperle queste cose, voi che ne potete sapere? Ecco, allora facciamo che lo so io e voi no, e fidatevi. Fatevi dare questo benedetto logo in vettoriale, e non perdetelo… Perché se lo perdete, dopo anni chi ve l’ha fatto lo butta via, ed è perduto. E la colpa, ancora una volta, è vostra – non lo dico per polemizzare, beninteso, ma per informarvi di cosa vi aspetta se fate passi falsi in questo settore: avete perso il logo? Nessun problema, si rifà. Se perdete lo scaldabagno, viene l’idraulico e ve ne installa uno novo. Sì, ve lo fa anche pagare però.

  8. Cose da cercare di evitare con un designer

    Leggete questo paragrafo! Ne va della buona riuscita dei lavori!

    Ecco un breve elenco delle cose peggiori che potete dire a un designer; pronunciate una di queste frasi, e farà apposta a farvi il logo di un colore bruttissimo:

    • “Tanto ci vuole un attimo, no?”

    • “Non sono convinto delle bozze, provo a disegnarlo io così poi tu lo ricopi.”

    • “Vorrei un logo proprio come questo del mio concorrente. Però diverso. Insomma, così ma diverso, chiaro?”

    • “Allora sei tu l’artista?”

    • “Me lo aspettavo più blu.”

    • “Al massimo, se non ti viene, copia dal mio logo vecchio.”

    • “E da che parte si legge?”

    Ce ne sarebbero altre, ma è troppo doloroso proseguire. Il senso è questo: di cosa si occupa la vostra azienda? Forniture mediche? Magari lavorate il metallo e producete macchinari industriali, o forse siete nel settore della cosmetica. Il punto è, che qualsiasi cosa facciate, io non vengo nella vostra azienda a dirvi come si sterilizzano le forniture mediche; non mi passa neanche per la testa di venire a criticare la vostra catena di produzione di macchinari industriali, figuriamoci se decido di addentrarmi nel ginepraio della cosmetica. Anzi, sono curioso di scoprire tutto quello che posso sulla vostra attività, perché mi aiuterà nel mio lavoro di progettazione per voi, e anche perché sono un gran curioso e mi piace scoprire cose nuove.

    Perché per voi non dovrebbe essere lo stesso con la mia, di attività?

  9. Cose che i designer amano dei loro clienti

    Sembra strano ma… i designer amano i clienti con le idee chiare. Il motivo è ovvio: un cliente che mi dice esattamente quello che vuole, mi farà perdere molto meno tempo di un altro che ha bisogno di vedere venti bozze per decidersi.

    Ricordiamoci che il designer è egocentrico e vanitoso. Quindi ama i complimenti. Lavorerà meglio se spronato positivamente, mentre di rado ho visto designer lavorare meglio se messi sotto pressione con scadenze o altri argomenti poco edificanti.

    Non dimentichiamoci che il designer è la seconda persona dopo il cliente a volere che il logo esca bene e venga stampato ovunque. Non dimentichiamoci che in fondo deve essere un lavoro di squadra, non una guerra.

  10. Quando mi rivolgo a un designer, che cosa sto pagando?

    Non è per niente scontato. State pagando qualcuno che disegna uno scarabocchio per voi? State pagando qualcuno per fare una cosa noiosa di cui non avevate tempo e/o voglia di occuparvi voi? State pagando una scimmia per svolgere una mansione di scarsa importanza?

    Secondo me la risposta è no, a tutte le domande. Sperando che ne conveniate con me, proseguo dicendovi questo: un designer non è li solo per farvi il logo. È li anche per darvi consulenza.

    Se un designer vi fa presente che fare il logo di un certo colore o lo spessore di un filetto può causare diversi problemi nella stampa offset, non lo sta dicendo per farvi cambiare il logo che vi piaceva tanto, lo sta facendo per evitarvi una seccatura in futuro.

    Se un designer vi fa notare che il colore del vostro logo non è adatto al tipo di attività, non lo sta facendo perché a lui quel colore non piace, ma lo sta facendo per consigliarvi la scelta migliore in base alle sue competenze.

    Approfittate di questa consulenza, non la state pagando nulla in più, è inclusa nel prezzo del logo, ma se non la sfruttate, se trattate il designer come una scimmia, state rinunciando alla cosa più preziosa che il designer ha da darvi: la sua esperienza.


Sperando di non aver urtato la sensibilità di nessuno con questo articolo, vi rimando alla sezione dedicata ai loghi che abbiamo progettato.

Nel caso – e solo in quel caso! – il nostro stile di progettazione vi sembri adatto alla vostra azienda, il form da compilare per richiedere un preventivo è nella sezione Contatti, da cui vi risponderemo al più presto appena ricevuta la vostra richiesta.